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      L'accumulazione capitalista richiede un aumento di braccia. Il numero dei lavoratori deve essere aumentato, se si vuole convertire una parte della rendita in capitale variabile. L'organismo stesso della riproduzione capitalista fa in modo che il lavoratore possa conservare la sua forza di lavoro nella nuova generazione, dalla quale il capitale la prende per continuare il suo processo di riproduzione incessante. Ma il lavoro che si richiede oggi dal capitale è superiore a quello che si richiedeva ieri; e per conseguenza il suo prezzo dovrebbe naturalmente aumentare. E aumenterebbero infatti i salari, se nella stessa accumulazione del capitale non ci fosse una ragione per farli invece diminuire.
      È vero che la rendita dovrebbe essere convertita, parte in capitale costante, e parte in capitale variabile; parte, cioè, in mezzi e materie di lavoro, e parte in forza di lavoro, ma bisogna considerare che con l'accumulazione del capitale vengono i perfezionamenti dei vecchi sistemi di produzione, i nuovi sistemi di produzione e le macchine; tutte cose che fanno aumentare la produzione, e diminuire il prezzo della forza di lavoro, come già sappiamo. A misura che cresce l'accumulazione del capitale, la sua parte variabile diminuisce, mentre la sua parte costante aumenta. Si aumentano, cioè, i fabbricati, le macchine con le loro materie ausiliarie, si aumentano le materie di lavoro, ma, nello stesso tempo e in proporzione di questo aumento, con l'accumulazione del capitale si diminuisce il bisogno della forza di lavoro, il bisogno delle braccia.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112