Sprovvisto dunque di qualsiasi ricchezza, l'operaio è stato costretto, per campare la vita, a vendere il suo unico bene, la sua forza di lavoro all'uomo del denaro, che ne ha fatto il suo pro. La proprietà individuale e il salariato, fondamenti del sistema di produzione capitalista, sono stati la causa prima di tanti dolori.
Ma ciò è iniquo! E scellerato! E chi ha mai conferito all'uomo il diritto di proprietà individuale? E come mai l'uomo del denaro si trovava in possesso di un'accumulazione primitiva, origine di tante infamie?
Una voce terribile esce dal tempio del Dio Capitale, e grida: 'Tutto è giusto, perché tutto è scritto nel libro delle eterne leggi. Fuvvi già un tempo molto lontano, nel quale tutti gli uomini vagavano ancora liberi e uguali per la Terra. Pochi di essi furono laboriosi, sobri ed economici; tutti gli altri poltroni, gozzovigliatori e dissipatori. La virtù fece ricchi i primi, e il vizio immiserì i secondi. I pochi ebbero il diritto di godere (essi e i loro discendenti) delle ricchezze virtuosamente accumulate; mentre i molti spinti dalla loro miseria a vendersi ai ricchi, furono condannati eternamente a servire essi e i loro discendenti'.
Ecco come spiegano la cosa certi amici dell'ordine borghese. "E queste insipide fanciullaggini non si stancano mai di sciorinarle. Thiers, per esempio, osa presentarle ai francesi in un volume, nel quale, con la gravità di un uomo di Stato, pretende di avere annientati gli attacchi sacrileghi del socialismo contro la proprietà."(29)
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