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      ni, le malattie, le anomalie e mostruosità, per giovarsene nel pratico esercizio, e l'antropologia
      attinge a questi rami della medicina quei risultati che illuminano la posizione dell'uomo nella
      natura e ci manifestano delle differenze fra le singole divisioni del genere. La filosofia ha stu-
      diato il lato psichico dell'uomo con cura particolare, e l'antropologia si vale dei risultati così
      conseguiti. Inoltre l'antropologo ricorre alla filologia per farsi un giusto concetto generale delle
      diverse lingue estinte e viventi.
      Ma l'antropologo ha anche difficoltà speciali da superare. L'uomo è sparso sopra una gran
      parte della superficie terrestre, e quindi è necessario estendere dovunque le ricerche e le osser-
      vazioni, e fa d'uopo disporre di vasti mezzi economici o di investigazione. Ma molte regioni del
      globo sono quasi inaccessibili all'Europeo, e quand'anche questo vi fosse penetrato, non tutte le
      popolazioni si assoggetterebbero con facilità al suo minuto esame. A queste difficoltà se ne ag-
      giungono altre d'ordine morale. L'uomo, nell'antropologia, deve giudicare sè stesso, e quindi il
      suo giudizio non è sempre imparziale. A fuorviare le nostre idee vengono anche i pregiudizii e
      gli errori da molto tempo radicati nella mente dei più; così, ad esempio, si crede che la nostra
      terra sia il centro dell'universo, e che tutti gli esseri siano stati creati ad esclusivo nostro vantag-
      gio; e del pari si crede che l'uomo sia apparso sulla terra affatto recentemente, circa seimila anni
      fa.


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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