dente al chiasma dei nervi ottici; il punto basilare. A cranio aperto è facile il determinarlo con
tutta precisione, ma quando il cranio è intero conviene ricorrere ad un metodo complicato e po-
co perfetto, perchè non essendo suffragato dalla vista, conduce facilmente all'errore. Anni fa, si
credeva questo un angolo molto importante ed il Welcker, e sulla sua autorità, il Vogt riteneva-
no che fosse un buon misuratore della intelligenza, la quale avrebbe dovuto essere in rapporto
inverso del medesimo; ma oggi si hanno dello idee più modeste sul suo conto e lo si considera
come un angolo che non va trascurato, ma che è ben lontano dal poter servire di base alla classi-
ficazione della specie umana o dall'essere un criterio di primo ordine nel giudicare intorno alla
gerarchia intellettuale degli uomini.
6. ANGOLI OCCIPITALI. - Se si osserva un cranio umano, si vede che il grande foro oc-
cipitale è collocato alla faccia inferiore ed in un piano quasi orizzontale, mentre nel cranio del
cavallo lo si trova sulla faccia posteriore ed in un piano quasi verticale. Fra questi due estremi
esistono molte gradazioni, poichè quanto più il foro anzidetto si porta in dietro, tanto più esso
perde la posizione orizzontale per assumere la obbliqua o verticale.
Per esprimere con esattezza la posizione del foro anzidetto, si ricorre agli angoli occipita-
li, dei quali se ne hanno tre:
a) Angolo occipitale del Daubenton, che ha il vertice nel centro del contorno posteriore
del grande foro occipitale (opistio) e per lati il diametro antero-posteriore del foro predetto e la
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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano 1888
pagine 204 |
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Welcker Vogt Angolo Daubenton
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