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      fino a che non si dette al faticoso esercizio del gettito della zavorra. Esso può anche abituarsi
      alla vita a grande altezza sul livello del mare, come ce lo provano gli abitatori delle alte monta-
      gne.
      L'uomo seppe portarsi fino presso e forse oltre ai 7000 metri sul mare, ed è certo che fra
      4000 e 5000 metri non sono rare le dimore umane, tanto numerose talvolta da dare origine a dei
      villaggi, come Hanle (4600 m.) nel Caracorum e Cursoc (4541 in.) nell'Imalaia, anzi a delle ve-
      re città, come Cerro di Pasco (4352 in.) e Potosi (4000 m.) nelle Ande. Si potrebbero trovare dei
      grossi centri di popolazione ed anche di coltura (Messico, Quito, Riombamba, Quenca, Bogota,
      Cuzco, Lhasa, ecc.), posti a tale altitudine, alla quale necessariamente la pressione atmosferica è
      di una terza o di una quarta parte minore di quella che si osserva al livello del mare.
      I rapidi cambiamenti nella pressione atmosferica sono di certo nocivi al nostro organismo:
      così i medici attribuiscono i numerosi casi di apoplessia cerebrale, che avvengono nelle giornate
      umide dell'inverno, alla diminuita pressione atmosferica per il vapore acqueo accumulato nell'a-
      ria. Secondo alcuni medici, v'hanno delle malattie che a grande altezza sul livello del mare per-
      dono nella loro intensità; tali sarebbero la malaria, la febbre gialla, la peste ed il coléra; e si as-
      serisce che il bacillo della tubercolosi non si propaghi a 2000 m. sul mare.
      Anche l'elettricità ha una certa influenza sulla nostra salute; quelle persone, ad esempio,


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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