gerenti e fegato attivissimi, occhio espressivo e nero, lineamenti duri ed accentuati. Sono di ca-
rattere altero e di grande intelligenza. È il temperamento dei grandi capitani, dei profondi pen-
satori, di tutti quelli che sono capaci di grandi vizii o di grandi virtù. Vanno soggette alle malat-
tie dell'apparato digerente e sopratutto del fegato. Sono esempi celebri di questo temperamento
Alessandro il Grande, Giulio Cesare, Bruto, Maometto, Cromwell, Pietro il Grande e Napoleo-
ne I.
VII.
Caratteri psicologici dell'uomo.
CARATTERI INTELLETTUALI. - L'intelligenza è sviluppata negli uomini in grado assai
diverso. Nei selvaggi, come nei popoli antichissimi, essa è in uno stato latente. Un esimio os-
servatore, parlando dei Boschimani, osserva che "questi individui non hanno mai mostrato se
sono o no capaci di riflettere". Un viaggiatore descrive i Tasmaniani come particolarmente di-
stinti "per una totale mancanza di idee". I Fuegiani non hanno termini astratti. Fra i Coroado
(Brasile) si cercano invano i vocaboli che esprimono le idee astratte di pianta, animale, ecc. Gli
Indiani del Brasile non contano al di là di due. Nessun Australiano può contare fino a quattro; il
termine che esprime cinque significa semplicemente un numero grande. I Dammara non conta-
no al di là di tre; quando vogliono esprimere quattro, fanno uso delle dita, e se debbono contare
oltre cinque si smarriscono, perchè allora non hanno più una mano libera per tener ferme le dita
che servono come unità. Gli Indiani Zamuca e Muysca per cinque dicono mano finita.
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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano 1888
pagine 204 |
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