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      segnò la lettera ed il suo furto venne per conseguenza scoperto. Un'altra volta fu incaricato di
      portare quattro pani, ne mangiò due, ma mentre lo faceva nascose sotto una pietra la lettera da
      consegnare, credendo che in tale modo il suo furto non sarebbe scoperto, perchè la lettera non
      lo aveva veduto mangiare i pani.
      La scrittura non è sorta d'un tratto quale è oggi, ma si è lentamente perfezionata nel corso
      dei secoli. Presso alcuni popoli selvaggi e semiselvaggi noi la troviamo ancora oggi in uno stato
      primitivo. I primi segni, coi quali l'uomo manifestava ad altri le sue idee o veniva in aiuto alla
      propria memoria, erano affatto materiali, ad esempio pietre disposte in varie guise, od intagli
      degli alberi, o nodi in alcune parti del vestiario. Quest'ultimo modo s'è conservato fino a oggi, e
      noi vediamo la gente di breve memoria farsi un nodo nel fazzoletto, per richiamarsi alla mente
      un fatto avvenuto od un impegno preso. Più tardi gli oggetti furono rappresentati con figure,
      rozze sì ma tuttavia intelligibili, ed alle diverse figure fu dato un significato particolare: si giun-
      se così alla scrittura geroglifica. Più tardi assai si passò dai geroglifi all'alfabeto, nel quale ogni
      segno ha il proprio suono, così che riesce possibile comporre le sillabe e le parole. Al presente
      le lettere hanno un suono, mentre una volta erano simboli. Così la o era il segno del sole, e noi
      la troviamo nelle parole ob dei Fenici, nel sol dei Latini, nel soleil dei Francesi e nella sonne dei
      Tedeschi, come nel nostro sole.


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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