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      I cani ed i
      gatti gettano terra sui proprii escrementi colle gambe anteriori gli uni, colle posteriori gli altri;
      ma essi fanno gli stessi movimenti anche dove non v'ha una bricciola di terra.
      Il secondo principio è quello dell'antitesi o del contrasto; ossia per sentimenti opposti ese-
      guiamo movimenti opposti. Nella gioia il corpo è portato eretto, alta la testa ed aperti gli occhi,
      e la fronte è liscia; questa espressione è l'opposto di quella di un uomo abbattuto, il quale cioè si
      trovi sotto il peso di una grave preoccupazione od amarezza.
      Il sì ed il no sono da tutti i popoli espressi con movimenti affatto diversi.
      Anche questo principio è vigente negli animali, ed il cane può fornirne un bell'esempio.
      Allorchè un cane di umore ostile si abbatte in uomo che suppone straniero, cammina diritto in
      avanti, tenendosi duro; la sua testa è leggermente rialzata o poco abbassata; la coda ritta in aria;
      i peli si rizzano, specialmente lungo il collo e la schiena; le orecchie tese si dirigono in avanti e
      gli occhi guardano fissi. Supponiamo ora che il cane riconosca d'un tratto nell'uomo, cui s'avvi-
      cina, non già uno straniero, ma il proprio padrone; e vedremo come si trasforma tutto in modo
      subitaneo e completo. In luogo di avanzarsi rapidamente, si abbassa od anche si cuccia, impri-
      mendo al suo corpo movimenti flessuosi; la coda non è più ritta in aria, ma volta all'ingiù e di-
      menata da una parte all'altra; i peli si fanno lisci, le labbra pendono liberamente e le orecchie si
      riversano allo indietro.


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204