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      Il terzo principio riposa sull'azione diretta del sistema nervoso, indipendentemente dalla
      volontà ed in parte anche dall'abitudine. Così noi tremiamo dallo spavento; nel dolore e nel ti-
      more la nostra pelle si copre di abbondante sudore.
      Fra i vani modi di esprimere i sentimenti, meritano una speciale menzione il pianto, il riso
      ed il rossore.
      I neonati gridano, ma non piangono, ossia i loro occhi non si riempiono di lagrime. Il vero
      pianto apparisce in epoca assai variabile, ora già all'età di 20 giorni, ed ora soltanto all'età di pa-
      recchi mesi. I selvaggi sono come i bambini, piangono per ogni inezia, ed una piccola distra-
      zione li fa passare dal pianto al riso. Un capo dei Neo-Zelandesi sparse lagrime amare, perchè i
      marinai gli avevano insudiciato di farina il suo mantello prediletto; gli abitanti della Terra del
      Fuoco passano dal dirotto pianto ad un riso convulsivo, quando vedono un oggetto che li diver-
      te. Anche fra gli abitanti dell'Europa v'ha una differenza per tale riguardo; così si asserisce che
      gli Inglesi piangono assai più raramente degli altri popoli. È noto del pari che si comportano in
      modo diverso anche i due sessi; la donna piange più facilmente dell'uomo, e, come si suol dire,
      certe donne hanno le lagrime in tasca, per metterle in mostra quando che sia. Anche gli alienati
      piangono per cause leggere, siano reali od immaginarie; così una ragazza malinconica fu vista
      piangere per un giorno intero, perchè si ricordava di aversi rase, tempo addietro, lo sopracciglia,


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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