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      Alle isole Tonga gli uomini si tatuano dalla
      metà delle coscie fino sopra le anche, le donne soltanto le braccia e le dita, e assai leggermente.
      Alle isole Carolina gl'Indigeni si tatuano gran parte del corpo con disegni, punti e linee;
      un bellissimo tatuaggio si trova presso i Neo-Zelandesi, nei quali la faccia è tutta percorsa da
      linee curve di ogni sorta, a produrre le quali su parti così delicate occorre di certo una operazio-
      ne lunga e dolorosa (vedi fig. 7). È poi naturale che le profonde incisioni, distruggendo il giuo-
      co dei muscoli superficiali, producano una fisonomia rigida ed inflessibile. Nelle isole Gambier
      e altrove, il tatuaggio è tanto comune, che è raro incontrare un uomo che non sia tatuato, e l'o-
      perazione viene spinta ad un tale punto, che il corpo intero, dal collo fino alle caviglie, è com-
      pletamente coperto di linee (fig. 8); tuttavia suolsi risparmiare il petto, o non vi è disegnato che
      un solo ornamento.
     
     
      Fig. 7. - Testa tatuata di Neo-Zelandese.
     
      È pure generale fra i selvaggi l'usanza di appendere ornamenti a tutte quelle parti del cor-
      po dove è possibile il farlo. Questi ornamenti sono di materie diverse, come rame, ottone, ferro,
      cuoio, avorio, pietre, vetro, perle, legno, ecc. Il corpo di tali uomini è allora carico di collane,
      anelli, braccialetti, cinture ed altri simili ornamenti, i quali talvolta devono riescire assai inco-
      modi. Un viaggiatore vide la moglie di un capo Bectuan che portava settantadue anelli di otto-
      ne, e conviene confessare che cotesto era un bel fardello.


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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano
1888 pagine 204

   





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