dell'Australia, possono, colle dita dei piedi, raccoglier monete dal terreno, afferrare sassi e lan-
ciarli; i Bengalesi sanno servirsi anche dei piedi per menare il remo. Gli Ottentoti hanno un dito
grosso opponibile alle altre dita; ed anche i raccoglitori di resina, nella Francia meridionale,
possiedono un grosso dito del piede opponibile, acquisito per arrampicarsi sugli alti e snelli
tronchi del Pinus marittima. Gli isolani del Pacifico, quantunque osservati, riescono ad effettua-
re dei furti, prendendo gli oggetti coi piedi e trasmettendoli ai loro compagni. I magnani e fale-
gnami delle Indie orientali si giovano dei loro piedi per tenere ed adoperare i loro arnesi.
Un anatomico inglese ha svolto un'opinione diversa, cercando di dimostrare che gli arti
posteriori delle scimie sono terminati da piedi. In questo tentativo egli s'è appoggiato alla somi-
glianza nella struttura anatomica, che esiste fra le estremità inferiori dell'uomo e le posteriori
delle scimie.
Noi ci troviamo quindi davanti a tre opinioni diverse. Alcuni vogliono far quadrumano
l'uomo; altri sostengono che tanto l'uomo, come le scimie, sono bipedi; altri ancora mantengono
le opinioni fin qui professate, che cioè l'uomo sia bipede e la scimia quadrumana. Tutti questi
partiti però sono concordi nell'ammettere, che le estremità toraciche, noi due ordini di primati,
sono terminate da mani. Le divergenze tra i diversi autori si riferiscono agli arti addominali; ma
forse la discordanza non è tanto grande, come potrebbe sembrare a prima vista.
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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano 1888
pagine 204 |
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