no di 200 milioni di anni. Quello che possiamo ricavare da questi precoci tentativi si è la con-
vinzione, che dalla apparsa del primo organismo sul nostro globo fino ad oggi è trascorso un
tempo estremamente lungo, che noi forse un giorno sapremo esprimere in cifre, ma che la no-
stra immaginazione non potrà abbracciare.
La questione dell'uomo fossile è questa: È l'uomo coetaneo solamente della fauna attuale,
o fu egli coetaneo anche dell'elefante antico e primigenio, della jena e dell'orso delle caverne e
perfino dell'elefante meridionale? Se l'uomo è vissuto in tempi remotissimi, egli avrà lasciate le
traccie della sua esistenza negli archivi indistruttibili della terra.
Le età preistoriche sono fondate sul materiale, di cui l'uomo foggiava i suoi arnesi. Dap-
prima egli non conosceva che la pietra, che non sapeva nemmeno dirozzare; solo più tardi im-
parò a pulirla ed a levigarla. Poi costrusse gli utensili di bronzo, e finalmente quelli di ferro; per
cui si distinsero le seguenti età:
1. Età della pietra grezza, o archeolitica,
2. " " " pulita, o neolitica,
3. " del bronzo,
4. " del ferro, che è la presente.
Al disopra di tutte queste età qualche autore vorrebbe porre l'età della clava, partendo dal-
la idea, che la primissima arma non poteva essere che il bastone nodoso o la clava.
La classificazione sopra esposta è stata modificata in seguito ai progressi fatti dalla palet-
nologia, essendo sorto il bisogno di distinguere nell'età della pietra tre periodi, anzi che due, e
cioè l'eolitico che risale ai tempi terziarii e comprende l'epoca tenaisiana; il paleolitico ed il
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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano 1888
pagine 204 |
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