La quale idea non č confutata nemmeno dallo studio dei caratteri
psichici della nostra specie, che sono essenzialmente i medesimi in tutti i mammiferi, e ne' quali
generi diversi possono differire assai in senso quantitativo.
2.° I CARATTERI ANORMALI. - Avviene talvolta che un organo od una parte qualsiasi
del corpo umano devii dalla sua struttura normale. Allora succede di frequente che tale devia-
zione si compie in guisa da rappresentare lo stato normale di altri vertebrati. Ciņ non puņ attri-
buirsi al semplice caso, nč possiamo considerare questi fenomeni come giuochi della natura; per
spiegarli č d'uopo ammettere un legame tra l'uomo e gli animali a lui sottoposti nella scala zoo-
logica. Questo legame non puņ essere determinato che dai rapporti di parentela.
Fra i molti esempii di questo genere da me esposti nel mio libro sulla Teoria dell'evolu-
zione , ne cito qui uno solo. L'utero dei mammiferi č ora doppio, come nel lepre e nello scoiat-
tolo; ora bipartito, come nel porcellino d'India; ora bicorne, come nei carnivori e negli insettivo-
ri; ora infine semplice, come nelle scimie e nell'uomo. Ma nella specie umana l'utero, in regola
semplice, devia talvolta dallo stampo normale, e vediamo allora ch'esso si fa bicorne od anche
bipartito, ossia questo vizio di conformazione della donna riproduce lo stato normale dell'utero
di altri animali.
3.° I CARATTERI RUDIMENTALI. - Gli organi rudimentali, che non si rinvengono rara-
mente nei regni animale e vegetale, costituivano pei naturalisti del passato altrettanti enigmi.
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Antropologia
di Giovanni Canestrini
Hoepli Milano 1888
pagine 204 |
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Teoria India
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