Distinguo gli istinti secondo lo scopo cui servono, ed incomincio con quelli che sono destinati a fornire all'animale il necessario nutrimento.
I.
Istinto provveditore.
Esso varia nei diversi animali in modo straordinario e si manifesta affatto semplice, direi quasi rudimentale, in alcuni uccelli e principalmente nella piccola averla (Lanius collurio), animale debole di corpo, ma coraggioso e d'animo risoluto. Essa assalisce ed uccide non solo scarafaggi ed altri insetti, ma anche uccelli piccoli e deboli anfibi. Ha poi l'istinto singolare di infilzare gli avanzi del suo pasto nelle spine dei boschi, per divorarli più tardi, appena la fame la stimoli di nuovo. È ghiotta, anzichenò, e quando la stagione le offre ricco nutrimento, vive in gran parte di cervelli, risparmiando il resto degli animali pei tempi meno favorevoli.
Meglio sviluppato è l'istinto provveditore nello scoiattolo, in questo vispo rampicante, che potrebbe dirsi la scimmia dei nostri boschi. Durante le buone stagioni dell'anno esso gira agile ed allegro nelle foreste in traccia di nocciuole e di altri frutti, sprezzando tutti i suoi nemici, cui facilmente sfugge colla velocità e cogli arditi salti da un albero all'altro. La fame è il suo nemico più micidiale, e lo sarebbe maggiormente, se l'animale non fosse dotato dell'istinto di raccogliere i semi in abbondanza e di ammassarli in parecchie cavità intorno al suo nido invernale. Senonchè spesso avviene che qualche magazzeno è dimenticato, qualche altro sepolto sotto la neve, per cui lo scoiattolo, dopo aver consumato quanto gli è accessibile, perisce di fame.
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Lanius
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