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      [vedi fig2.png]
     
      IV.
     
      Istinto nidificatore.
     
      Potrei citare esempi di nidificazione tra gli animali avertebrati; ma i più conosciuti si riferiscono ai vertebrati. Ed innanzi tutto debbo far cenno di due pesci che vivono nelle nostre acque dolci e costruiscono dei nidi più o meno perfetti. L'uno di essi chiamasi ghiozzo o scazzone e vive nelle acque a fondo sabbionoso e coperto di ciottoli. Già Marsigli conosceva l'istinto nidificatore di questo pesciolino, più tardi Linneo diceva in proposito: "Costruisce un nido in fondo alle acque, cova le uova e preferisce la morte all'abbandono del nido."
      Più perfetto e meglio conosciuto è il nido dello spinarello, di questo pesce assai comune nelle nostre acque a fondo melmoso. Il maschio scava col suo muso acuto nel fondo dell'acqua una cavità tanto larga e profonda che possa accogliere l'intero suo corpo. Questa cavità viene diligentemente tappezzata con pagliuzze, con piccole radici ed altri simili oggetti che il pesce vi apporta colla sua bocca e che spalma col suo muco, il quale serve da glutineo cemento. Per finire il lavoro, l'animale copre il nido col medesimo materiale e non lascia che una o due aperture, l'una d'ingresso molto larga e ben rotonda, e l'altra d'uscita, più piccola, meno diligentemente lavorata, talvolta mancante. Fatto il nido, l'animale attira una femmina che vi mette le uova; uscita questa egli ne cerca un'altra, finchè la quantità delle uova sia diventata considerevole. Mentre la femmina trovasi nel nido, tutta intenta a far le uova, il maschio gira agitato intorno al medesimo, vi entra poi appena ne sia uscita la femmina, sfregando il suo ventre contro il fondo, promuove l'uscita del seme e la fecondazione delle uova.


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L'istinto nel regno animale
di Giovanni Canestrini
Treves Milano
1868 pagine 29

   





Marsigli Linneo