Ciò fatto, egli chiude il foro d'uscita, sorveglia le uova e le difende coraggiosamente contro i nemici. Quando da queste siano usciti i giovani, prodiga loro per quindici o venti giorni le sue cure, e li riporta colla sua bocca nel nido ogni qual volta ne escano. Inoltre ha cura che le uova e più tardi i giovani ricevano continuamente dell'acqua aërata, producendo col movimento delle sue pinne pettorali in vicinanza del foro del nido un continuo cambiamento del liquido. Anche questo istinto è da lungo tempo conosciuto; il primo a parlarne fu Bradley nel 1721; recentemente ne trattarono De-Betta, Siebold, Ninni, Blanchard ed altri.
Più avanzato è l'istinto nidificatore degli uccelli, il quale però anche in questa classe offre numerose gradazioni. Hannovi degli uccelli che non fanno nido; così lo struzzo delle regioni calde dell'Africa depone le uova semplicemente nella sabbia, lasciando al sole tutta la cura dell'incubazione. Questo stesso animale però cuopre le uova nelle regioni meno calde, almeno durante la notte.
Esiste un altro uccello che non costruisce un nido, ma ha cura di deporre le uova in quello di altri uccelli; è questo il cuculo, che trova in tal guisa il modo di schivare la fatica della fabbricazione del nido, e quella, non meno gravosa, dell'incubazione.
Nemmeno il caprimulgo costruisce un nido, ma depone le uova sul nudo terreno, le cuopre però regolarmente come gli uccelli nidificatori.
Affatto singolare è l'istinto dei Megapodidi dell'Australia. Questi uccelli della grandezza circa del nostro fagiano, costruiscono cumuli di sostanze vegetali, in cui depongono le uova, che si sviluppano per l'azione del calore prodotto dalla putrefazione degli stessi vegetali.
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