Tutto furono allora i Cattolici in impedire che la Riforma trapelasse nei paesi ancora mondi, massimamente nell'Italia, dove le crescevano pericolo l'acutezza e curiosità degli intelletti arditi e vaghi del nuovo, l'abitudine letteraria di cuculiare preti e frati, il conoscersi da presso le esorbitanze romane e l'aver i governi avvezzato i popoli a non tener come sacro tutto quanto fosse papale, né far gran caso delle benedizioni e degli interdetti. Libri, scuole, missionarii, legati furono disposti, come barriera, contro la Svizzera e la Rezia, donde il contagio viepiù si faceva vicino.
Imperocché, contemporaneamente a Lutero e senza sapere di lui, il curato Ulrico Zuinglio, in occasione che vi vendeva le indulgenze fra' Bernardino Sansone da Milano, aveva cominciato a predicare a Zurigo che una vita pura ed un'anima religiosa più sono accettabili al cospetto dell'Eterno, che non macerazioni e pellegrinaggi. Poi, che il pane ed il vino erano soltanto simboli del SS. Corpo e Sangue. Indi via via, sulla messa, sul purgatorio, sulla confessione, sul venerare i santi, sul celibato dei preti, una folla di novità che pretendeva antichissime.
Sono i Grigioni discendenti da quei Reti che, devoti a libera morte, difesero l'indipendenza loro contro le armi di Roma, stando a scirocco della Svizzera, nelle valli dove sorgono il Reno e l'Inn, e dove molti Romani rifuggirono al cader dell'antichità, siccome l'attesta la lingua che ancor vi si parla, detta ladina e romancia.
Fra le turbinose vicende che mutarono faccia all'Europa, subirono anch'essi le leggi della prepotente feudalità e il dominio dei vescovi di Coira e d'una folla di signorotti che, possedendo appena poche pertiche di paese, si arrogavano però la sovranità indipendente, guerreggiavano coi vicini, opprimevano i sudditi, svaligiavano i viandanti.
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