Il cielo, la lingua, le produzioni della Valtellina e dei contadi son quelle della Lombardia ed alla Lombardia erano state sempre unite, obbedendo nell'ecclesiastico ai vescovi di Como, nel civile, ai duchi di Milano. Ma quando questi s'infiacchirono col separare la causa loro da quella dei popoli, la lasciarono invadere da stranieri. I Grigioni, non appena assicurata la libertà, ambirono conquiste e, con quei pretesti che non difettano mai agli ambiziosi, piombarono assai volte sulla Valtellina; nel 1512 la occuparono tutta, e benché nella pace di Jante la ricevessero come cara e fedele confederata al vescovo di Coira e alle Tre Leghe, salvo i privilegi e le consuetudini sue antiche, l'ebbero ben presto ridotta a serva. Solito abuso di chi ha la forza.
A reggerla mandavano a Sondrio, ogni quattro anni, un capitano della valle, e negli altri due terzieri un podestà biennale. Restavano governati a parte i contadi di Bormio e Chiavenna. Questi magistrati oltre l'essere esosi, perché forestieri, non erano limitati da stabili leggi: compravano a danaro il posto e se ne rifacevano regolando la giustizia, secondo l'avarizia e l'ambizione. Peggio andò quando entrarono di mezzo anche le dissensioni religiose.
Le dottrine nuove propagate nei Grigioni, per la vicinanza, per il commercio, per i magistrati, non tardarono a introdursi anche nella Valtellina, piacendo ai Grigioni dominatori che questa si allontanasse ognora più dalla Spagna, allora dominatrice del Milanese e capitana della parte cattolica.
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