A Chiavenna che, dopo che si era data ai Grigioni era cresciuta del doppio, fece lunga dimora Girolamo Zanchi, canonico regolare di Alzano bergamasco, che stampò a Ginevra sei volumi d'opere teologiche e del cui sillogizzare tanto conto si facea che Giovanni Sturmio ebbe a vantare, se solo fosse mandato a disputare contro tutti i teologi adunati a Trento, avrebbe fatta sicura la causa dei protestanti(14). Là pure visse e morì nei 1563 Agostino Mainardi agostiniano, che scrisse l'Anatomia della messa e la soddisfazione di Cristo: e che unito ad un prete, Giulio da Milano, ed a Camillo Siciliano stabilito a Caspano, e a Francesco Negri capanese, autore d'una Tragedia del libero arbitrio, a Chiavenna educava figliuoli.
Il Mainardi fu accolto dal ricco Ercole Salis a Chiavenna e posto capo della chiesa quivi allora formatasi, e nella quale gli successe poi lo Zanchi suddetto. Perocché, ad interpellazione di esso Salis, la dieta di Davos del 1554 aveva dichiarato coloro che abbracciassero la riforma in Valtellina potrebbero tener in casa precettori e catechisti; e i rifuggiti stanziare sulle terre della repubblica, dopo sottoscritto alla confessione evangelica.
Francesco Stancari mantovano insegnò in Valtellina l'ebraico, prima d'andare a professarlo in Polonia.
A Teglio fu ministro Paolo Gaddi cremonese, che aveva fatto tirocinio a Ginevra, poi assistito alcun tempo il pastore di Poschiavo.
Frate Angelo di Cremona domenicano, che lassù predicava la quaresima nel 1556, si avventò contro gli insegnamenti e i riti riformati, talché l'uditorio malmenò la costoro cappella e il Gaddi ed altri; e il governatore della pace ordinò che esso ministro si collocasse altrove.
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