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      Ogni settimana il vescovo si affiatasse coll'inquisitore e con certi teologi e canonisti per giudicare degli eretici e dei sospetti.
      Pio V papa tentò gran maneggi fra i Grigioni per favorire i Cattolici e impedire le apostasie crescenti in Valtellina, ma senz'altro ritrarne che la morte di Giovanni Planta signore di Retzuns, uomo pien d'ogni lode e caloroso protettore della causa romana. Contro questo papa un odio particolare avevano concepito i Grigioni fin da quando, essendo col nome di frà Michele Ghislieri inquisitore della diocesi di Como, si era con forza adoperato contro i novatori. Una volta, avuto spia che a Poschiavo si erano impressi libri pieni delle nuove massime destinati all'Italia e che alcune balle n'erano state spedite ad un negoziante di Como, frà Michele le sequestrò. Il mercante ebbe ricorso al capitolo del duomo, che in sede vacante presedeva al Foro ecclesiastico, ma invano s'interposero i canonici per la restituzione, benché spalleggiati dal governatore Gonzaga. Del che piccati, sparsero per la città contro l'inquisitore male voci, cresciute a tanto che, preso dalla plebaglia a villanie ed a peggio, ebbe pel il migliore partito il ritirarsi. E si recò a Roma, ove la congregazione dei cardinali decise in suo favore e citò innanzi a sé il vicario e quattro canonici come eretici, che ebbero a far e dire a scamparsela(28). Egli medesimo essendo a Morbegno, aveva istituito processo contro Tomaso Planta vescovo di Coira per sospette opinioni, senza né citarlo, né nominare i testimoni: procedura solita all'inquisizione, ma contraria agli ordinamenti dei Grigioni.


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Il Sacro Macello di Valtellina
di Cesare Cantù
Sonzogno
1885 pagine 160

   





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