La religione li divideva, li divideva la politica: cedevano a seduzioni, a lusinghe. I prìncipi vi tenevano ambasciatori quando apertamente quando velati, che con donativi, pensioni, croci d'onore facevano che uno favorisse a Francia, uno a Spagna, uno a Venezia: tutti dimenticassero la patria. Due fazioni singolarmente ponevano a scompiglio la Rezia: una venduta a Spagna ed ai Cattolici, l'altra a Francia, ed agli Evangelici. Capi di quella Rodolfo Pianta, di questa Ercole Salis, le due famiglie primarie dello Stato.
Il grosso dei Grigioni però essendosi sottratto al dominio austriaco, ed avendo abbracciato il calvinismo, aveva in uggia l'Austria e la Spagna, e dei Francesi l'amicizia guardava come primo fondamento di libertà e potenza. Prevalendo i Salis, venne rinnovata con Enrico IV una lega di offesa e difesa, nella quale non si faceva eccezione veruna a favore del Milanese. Con questo ducato avevano i Grigioni accordato una convenzione di buona vicinanza, per cui il commercio andrebbe senza verun impedimento, non concederebbero essi il passo ad esercito che venisse contro il Milanese: in compenso dovesse il transito delle merci volgersi pel paese delle leghe(42).
All'udire dunque della nuova convenzione coi Francesi, gran lamento alzò il conte di Fuentes, il più memorabile fra i governatori spagnuoli di Milano, che nel cuor della pace tenne sempre un numerosissimo esercito, pauroso ai vicini, sgradito anche al suo padrone, al quale voleva mostrarsi necessario col fingere pericoli o farli anche nascere, e intanto esercitava tutte le prepotenze d'un governo militare.
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