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      Tommaso della Chiesa in val Malenco caldeggiava i Riformati; onde morto il parroco del luogo, e sepolto il tempio di colà da una frana, fece di tutto per indurre quei valligiani a valersi del ministro degli Evangelici, per l'uomo dotto che sapevano lui essere: e con maniere a maraviglia scaltrite, spacciava che la parola di Cristo, predicata da questo, varrebbe assai più che non la messa dei papisti, che non orazioni recitate in una lingua che non intendevano. Riboccar di baje le prediche dei loro preti, di idolatria il culto; ove trovavano che il vangelo comandasse il celibato ai preti? e il digiuno? e la confessione auricolare? O che! vi farete a credere che uomini di intendimento scòrti e nel viver santi, cima di principi e dottori abbiano cercato sì sottilmente nel vangelo e nei dogmi solo per dannarsi? E soggiungeva altre cose or serie, or ridicole, che non sarebbero cadute a vuoto senza la fermezza di Tomaso Sassi pastore, il quale si fece a gridare: stessero attaccati al credo vecchio, non volessero seguire piuttosto il nuovo che il sicuro(52), non lasciassero rapirsi la consolazione dei sacramenti, che mescono il gaudio e la sanzione del Cielo alle più solenni circostanze della vita, dalla culla al letto di morte. E dopo morte, su in paradiso i padri loro che v'erano giunti credendo all'antica, stavano ad aspettarli. Quanto dolore se li vedessero precipitarsi coi nuovi nell'inferno! Con tali o sì fatti argomenti, tolti dal lume del natural discorso, il buon uomo rimutò i terrazzani dal proposito di cambiar religione.


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Il Sacro Macello di Valtellina
di Cesare Cantù
Sonzogno
1885 pagine 160

   





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