Il dottor Antonio Federici di Valcamonica, mutatosi per opinioni religiose in Valtellina, prese moglie a Teglio, e si fece protestante. Egli diede voce che Biagio Piatti, cattolico infervorato di questo paese, avesse subornato un fratello di lui ed altri della Valcamonica, perché venissero, e quando i protestanti di Boalzo si trovavano alla predica, gli uccidessero. Il Piatti fu arrestato, e così altri supposti complici, intanto che un fratello di esso uccideva Paolo Besta che aveva recato l'ordine dell'arresto. Biagio, messo alla tortura, confessò quel delitto e quanti altri se ne vollero, e fu decapitato dal tribunale inquisitorio, e tenuto per martire dai Cattolici.
Francesco Parravicini d'Ardenno, settagenario e infermiccio, si presenta a quel tribunale per iscolpar il proprio figliuolo contumace, e il tribunale non potendo ottenere si ritirasse, gli coglie addosso un'accusa. E poiché le sue infermità non permettono di alzarlo sulla corda, gli serrano i pollici in un torchietto e sebbene stesse saldo a negare, il condannano in 1500 zecchini. E migliaja di zecchini furono imposti ad altri.
Nicolò Rusca, a cui da tanto tempo i predicanti, come a sturbatore dei loro divisamenti, volevano il peggior male che a nemico si possa, non fu dimenticato dallo Strafgericht. Marcantonio Alba di Casal Monferrato, predicante di Malenco a capo di quaranta satelliti, la notte del 22 giugno, colto nella sua arcipretura, per l'alpestre via di Malenco e dell'Engaddina lo trascinò a Tosana. Si dice inviasse nel tempo stesso per arrestare molti altri, che però, in sull'esser presi, tranne un Piatti suddetto ed un Castelli, fuggirono, probabilmente avvertiti da quei Grigioni che saviamente disapprovavano tali violenze.
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