Non più onore al culto, non più il dovuto rispetto alle venerabili immunità del clero, al quale il gran Costantino, specchio singolare degli imperanti, come vedesi chiaramente in Rufino 1. X c. 10 dell'istoria Ecclesiastica, aveva detto: Dio costituì voi sacerdoti, e vi diede podestà di giudicare anche noi regnanti, e quindi noi giustamente siamo giudicati da voi, ma voi non potete essere giudicati dagli uomini, perocchè dal solo Iddio voi aspettate il giudizio. Che più? I Grigioni, li cui consigli Dio perda tutti così, avevano ultimamente fatto trama di sagrificare fino ad uno i Cattolici per radicare la scellerata eresia dell'empio e maledetto Calvino in questa bella Italia, ov'è (al dir del poeta) la sede del valor vero e della vera fede.
Così tollerarono i Valtellinesi, lo sa Iddio, fin all'estremo, quando si stancò la loro longanimità; e dalla schiavitù di Babilonia aspirando alla libertà della vera Gerusalemme, fecero siccome Giuditta che trucidò il nemico della sua patria, siccome i Macabei che s'armarono contro gli Assiri, siccome i savi di Giuda che si tolsero all'ubbidienza di Joram re, perché dereliquerat dominum Deum. Il Signore, che per far molto non ha bisogno di molti, avvalorò con evidenza di effetti il braccio di quelli, che avevano posto mano all'aratro senza guardarsi indietro. I re, gli infallibili papi autenticarono la santa impresa, colla quale ci togliemmo dal collo il retico e l'eretico giogo. Quali furono l'opere nostre dopo che, ajutante Dio, ci vendicammo in libertà? Rimettere in onore i santi ed il clero, introdurre il calendario gregoriano, proclamare il sacrosanto sinodo di Trento, ristabilire il santo uffizio dell'inquisizione, ottimo a tutelare la fede.
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