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      All'ancipite pericolo si erano i Reti ricoverati in casa, e gli Spagnuoli inseguendoli, avevano stimato bene mettere il fuoco a Bormio, bruciando settecento case, e tredici sole lasciando illese! Tanto e amici e nemici parevano in gara di far male. Ripiegò poi il Feria sopra Chiavenna, e snidatine i Grigioni, li perseguitò per Val di Reno e per la Pregalia.
      Ecco maturato per i Grigioni l'amarissimo frutto di loro dissensioni. I Planta, capi della parte cattolica e spagnuola, scacciati, chiamarono vilmente le armi straniere contro la patria: onde l'arciduca d'Austria per la valle di Monastero mandò il generale Baldiron con 10.000 uomini ad occupare l'Engadina, e Coira stessa. D'ogni parte venivano cacciati gli eretici, presa vendetta delle antiche ingiurie, respinti i Salis; e dopo scene compassionevoli di assassinii fraterni, le Dritture furono staccate dalla Rezia e poste a dominio austriaco. Fra il terrore delle spade straniere e lo scompiglio della guerra intestina, i Grigioni, oramai non più capaci di sé, dopo essersi ostinati in tempo, dovettero cedere fuor di tempo, ed ai cenni del vincitore stipularono in Milano una perpetua confederazione colla Spagna, concedendo i passi liberi alle truppe di questa. Quanto alla Valtellina, avesse piena ed assoluta libertà civile e religiosa, pagando il tributo di 25.000 scudi. Acattolici non vi potessero dimorare, e dentro sei anni dovessero vendere quanto vi possedevano. L'arciduca manderebbe alla valle un commissario per rendere la giustizia.


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Il Sacro Macello di Valtellina
di Cesare Cantù
Sonzogno
1885 pagine 160

   





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