Del che un gran dire fu pel mondo: che la Francia mostrasse così poco rispetto alla santa sede? Che voltasse contro di essa le armi dopo solennemente impegnata la fede sua di nulla innovare in Valtellina? E che il papa fosse così cieco del fatto suo, da trascurare gli avvisi del Feria, e prima del riparo attendere il colpo? E di poi si lamentasse così debolmente? E conchiudevano che Urbano se la passasse d'intesa colla Francia, o perché, non essendo uomo da nipoti, non trovasse di verun pro lo spendere in tenere questi forti, o perché fosse venuto nel comune pensiero degli Italiani sbigottiti dalla crescente dominazione austriaca. Si ragiona ancora(84) che il conte di Bagno, rimbrottato della niuna difesa opposta, mostrasse brevi di Roma, ove gli era così ordinato. Ma in tempi di caldi partiti chi può scoprire la verità fra le mutue incriminazioni?
Grand'apprensione prese il Feria non volessero i Francesi, mentre l'aura era destra, calare sul milanese, e ritorre parte dei suoi a chi aveva voluto occupare i possessi altrui. A chi viene di Valtellina due strade si aprono al Milanese: una per il fondo della valle, e questa dà di petto nel forte di Fuentes, messo così opportunamente, da intercidere ogni passaggio; l'altra rasenta la montagna sulla dritta dell'Adda, per capitare al laghetto di Mezzòla e a Riva di Chiavenna, donde ancora per i monti si riesce alle Tre Pievi superiori del lago di Como. Questa strada diviene pure impraticabile se sia occupata la Riva, dove null'altro era che un'osteria ed un portico in angusto valico fra il lago ed il monte, e soverchiata da una montagnuola, dove tirando a gittata, affatto si impedisce il passare.
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