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      Qui dice la storia come di quei giorni Vincenzo Conzaga duca di Mantova fosse morto senza eredi e Carlo di Nevers duca francese, suo prossimo parente, si credeva in diritto di succedergli nel Mantovano e nel Monferrato(85).
      Ma il duca di Savoja aveva antiche pretensioni e gravissime convenienze sul Monferrato. Il re di Spagna, o dirò piuttosto il conte d'Olivares suo ministro ambendo posseder tutt'Italia, mal sopportava questo vicino sostenuto dal re di Francia, o dirò piuttosto dal Richelieu suo ministro. E così per intrighi di successione e miscele di regii maritaggi, di cui non vogliono ricordarsi quei che beffano i ridicoli motivi delle guerre popolari delle repubblichette del medio evo, nacque una delle miserabili guerre regie, cominciate senza buona cagione, condotte senza pietà, terminate senza gloria e senza effetto.
      Il duca di Nevers, profittando della recente convenzione di Francia coi Grigioni, venne in Valtellina coll'esercito da Poschiavo, e per i Zapelli d'Aprica passando sul Veneto andò a prender possesso del ducato. Da altre intanto delle valli che sì inutilmente ci chiudono, sbucavano soldati francesi, spagnuoli, savojardi a disputarsi il tristo onore di spogliare ed avvilire questa povera Italia premio ognora della vittoria. L'imperatore Ferdinando, per fare smacco alla Francia e sostener egli austriaco le austriache ambizioni, mandò trentaseimila fanti e ottomila cavalli, alla guida di Rambaldo Collalto. Truppe terribili sempre, allora viepiù per il timore della peste che serpeggiava.


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Il Sacro Macello di Valtellina
di Cesare Cantù
Sonzogno
1885 pagine 160

   





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