E questi vivere alla libera, facendo gabbo dei divoti e dei riti. Ed i magistrati ledere le immunità del clero, proibire il ricorso a Roma, pretendere la rivelazione delle confessioni, tenere in palazzo a Sondrio conventicole di predicanti, e industriarsi d'introdurli(100). Anzi i Riformati avevano chiesto alla dieta grigia di potervi avere tre chiese. Intanto i ricchi tenuti sempre in colpa per ismungerne danaro; assolto chi pagava; processati due ragguardevoli sondriesi perché avessero usato la parola eretico e lo stesso arciprete perché congregò alcuni caporioni a prendere partito sopra questa cattura. "O cara libertà come t'ho persa! O cara libertà dove sei gita!" esclamavano essi(101). Quindi frequenti richiami; e gran trattati si menarono nel 1652 nel '59, nel '69, ma tutti coll'esito stesso, rimanendo fermo il Capitolato di Milano.
I Riformati però non ebbero più il vantaggio nella diocesi comense, e libertà di riti tennero solo a Poschiavo e Brusio, terre che anch'oggi appartengono alle Leghe grigioni, benché di lingua italiana e cisalpine. Ivi i Riformati sono un terzo, ed in questa proporzione si distribuiscono gli impieghi: essendo il podestà due anni cattolico, uno riformato e così delle altre cariche. Vivono in buona concordia e tolleranza, e noi vedemmo assai tra gli Evangelici assistere ai riti dei Cattolici con bella modestia. I pastori delle due chiese riformate sono spediti dal capitolo dell'alta Engadina. Usano la bibbia tradotta da Giovanni Díodati! e seguono la confessione retica segnata in Coira il 22 aprile 1553, cui si aggiunse poi l'elvetica.
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