13 gennaio 1682 nell'archivio municipale di Como. La rilassatezza monastica è con strano vigore rivelata nel Gemitus Columbae del cardinal Bellarmino.
(27) Corre voce si volesse una volta trasportare a Gravedona il Concilio. Forse si appoggia a certi seggioloni a bracciuoli ch'ivi sono nella gran sala segnati coi nomi dei cardinali d'allora. Ma non contando il silenzio degli storici e dei panegiristi di quel palazzo (p. e. il Minozzi), basti dire che Trento stessa pareva picciola alle gran corti di quei prelati.
(28) Forse si ricordò di ciò, allorquando, fatto papa, fulminò di tremendo anatema chi si permettesse alcuna ingiuria contro gli inquisitori.
(29) Serpeggiava molto in Mantova la dottrina novella: e pare vi aderissero Camillo Olivo, segretario di quel cardinale e amico del Sarpi, ed Antonio Ceruto canonico, scolaro del Vergerio, come dai processi dell'Inquisizione di Roma. Nel 1568, aperte a forza le carceri dell'Inquisizione, i Mantovani scannarono due domenicani. Carlo Borromeo, mandato dal papa a por freno al male, vi riuscì: e dei moltissimi frati che favorivano i predicanti, i più fuggirono, altri furono messi in istato di non più nuocere.
(30) Può esser un esempio della lautezza con cui provvedeva alle conversioni quel santo, il qual poi digiunava mezzo l'anno in pane e acqua. A quel collegio fu assegnata la prepositura di Rivolta presso Monza; Gregorio XIII vi aggiunse 2400 zecchini annui, alcuni benefizi, e case e commende ch'erano appartenute all'ordine degli Umiliati, allora abolito.
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