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      Dovevano starvi 20 svizzeri e 20 Grigioni; poi il cardinale Altaemps cugino di san Carlo vi unì la sua commenda di Mirasole acciocché vi avessero posto 24 chierici della diocesi di Costanza. Riceveano anche la laurea, ma doveano giurare d'andar a servizio dei propri paesi. Federico Borromeo fece fabbricare per essi uno dei più magnifici palazzi di Milano a disegno di Fabio Mangone. Giuseppe II, che riformava a bastonate, cacciò via quei chierici per mettervi degli impiegati, nei quali esso riponeva il progresso. La rivoluzione poi abolì quei posti gratuiti; di che la confederazione svizzera si querelò sempre invano, finché nel 1841 furono istituiti per gli Elvetici 24 posti gratuiti nel seminario arcivescovile, per ciascuno dei quali il governo pagava mille lire.
      (31) Dalle lettere del Borromeo caviamo una pietosa storiella. In Val Trompia s'avvenne in una giovinetta, il cui padre era tra i riformati nella Valtellina: e l'avo presso cui vivea continuamente instava perché al padre la se ne andasse. Ella però, temendo il pericolo dell'anima, si rifiutava, finch'egli la cacciò di casa, sicché doveva tollerare a stento la vita presso una povera donna, contenta d'essere mendica, purché sicura in sua fede. Morto poi l'avo, venne in Valtellina un fratello di lei per trarla a viva forza a convivere col padre: e già strappata alla patria ed alla pietosa amica, l'aveva trascinata sin presso di Gardona, quand'ella destra si sottrasse, ed immacchiatasi nel bosco, per luoghi inaccessi tornò in patria, ove languì povera, sinché venuto il Borromeo ne sollevò la generosa povertà.


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Il Sacro Macello di Valtellina
di Cesare Cantù
Sonzogno
1885 pagine 160

   





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