Lo spilorcio governo spagnuolo non aveva i mezzi di ridurre in fatto quel disegno, che con più audace e generoso proponimento noi vedemmo condotto a fine.
(97) È presso me la lettera ch'egli scrisse al Cavallero Giacomo Robustelli che Dio guardi, sotto il 14 agosto, invitandolo senza resta a Milano col capitano Guicciardi, il cancelliere Paravicini (uomo sommamente benemerito della valle, per cui molto soffrì) e qualche altro soggetto dei contadi.
(98) Nell'archivio della curia di Como.
(99) Vedi spesso il Desimoni nel Discorso Apologetico sopra la Valtellina.
(100) Nel 1614 il vescovo di Como, Archinti, impetrava di visitar la Valtellina, e ne mandò relazione a Paolo V. Dopo estreme lodi al paese, si consola che "in quell'esecranda libertà di vivere, e dire quanto a ciascuno piace" appena tremila persone abbiano adottato la riforma, e i popoli accorreano festosi e piangenti ad accompagnarlo. A Tirano trova da 150 eretici, vil plebe. 1 cattolici di Poschiavo e Brusio tengonsi incontaminati, benché misti ai calvinisti. In Sondrio questi erano potenti per numero e ricchezza, sicché a fatica egli vi ottenne accesso. Più pericolosa era la Val di Chiavenna, e dalla Pregalia i riformati minacciavano assalirlo in armi. Un terzo dei Chiavennaschi aveva abbracciato l'errore, fra cui i meglio stanti. Quando esso Archinti tenne un sinodo nel 1618, il podestà di Traona pubblicò per editto terribili pene contro qualunque ecclesiastico spedisse lettere o uscisse dalla Valle; cento scudi di multa, o tre tratti di corda a chi non lo denunziasse conoscendolo.
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