Quante, anche fra le persone colte, possedono appena nozioni generiche, mal accertate, oscure, irreverenti sopra le divergenze dottrinali fra Cattolici e Protestanti! In parte n'è causa l'appartener noi a nazione che, prima degli odierni sbrani, era tutta cattolica, e perciò scevra dalle controversie; ma neppur quelli che l'hanno per dovere, coltivano abbastanza questi studj, sia la scienza delle fonti letterali (filologia biblica, critica, ermeneutica), sia quella de' principj (apologetica, dogmatica, catechesi, pedagogia, liturgia, arte, diritto, morale), sia quella dei fatti (archeologia, storia) o de' simboli.
E perchè i frivoli ne ciarlano tuttodì con sfacciataggine pari all'ignoranza, i sapienti, non trovandosi a fronte antagonisti serj, sdegnano venir con loro alle braccia, e con ciò lasciano a quelli, se non l'onore, il vanto del trionfo. Di tal passo arrivasi a reputar merito l'indifferenza, cioè non solo il diritto reciproco di pensare ciò che si vuole, ma il ripudio d'ogni indagine severa, la beffa d'ogni convinzione profonda. Eppure la sorgente dei sentimenti cristiani sono i dogmi.
Si vuol incolpare i controversisti di sollevare più dubbj che non ne dissipino.
Per verità, a chi non concepì mai, o mai non intese objezioni contro la religione di sua madre, qualunque libro che gliene affacci diviene pericoloso, qualunque confutazione lascia un'impressione pericolosa; laonde molti vorrebbero che il debito del Cristiano si limitasse a credere e venerare. Fortunato chi n'ha il dono!
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