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      Così dal Dio esistente in se medesimo e nascosto passavasi al Dio conoscibile, manifestato e conversante fra gli uomini; all'Emanuele, cioè Iddio fra noi. Il dogma dell'incarnazione costituendo l'unità personale della natura divina e dell'umana nell'uomo-dio, additava come fine dell'uomo l'unione divina; passo essenziale dell'umanità sulla strada che la riconduce a Dio.
      Egli era luce nelle tenebre, e le tenebre non lo compresero; venne fra' suoi, e i suoi non l'accolsero; gl'ipocriti e gl'intriganti lo perseguitarono; mossero l'ira consueta dei depravati contro chi vuol rigenerarli, e come riottoso e seduttore fattolo denunziare dalla pubblica opinione, cioè dagli schiamazzatori di piazza, trionfarono del vederlo messo legalmente a morte obbrobriosa, dalla quale resuscitò più vigoroso.
      Venuto a riordinar la scienza e l'amore, l'intelligenza e l'opera, che il peccato avea sconnesse, recava la redenzione, e in conseguenza la legislazione religiosa. Tutto era insegnato a tutti, e il mistero non era una parte della credenza, arcana al volgo e riservata ai sapienti, ma imponevasi egualmente a ognuno, perchè trascende l'umana ragione, sia colta o ineducata5.
      Cristo conferì a' suoi ministri la facoltà di sciogliere e legare i peccati tra l'effusione della grazia, e lo stupendo privilegio d'immolar il Figlio al Padre, vittima incessante per le colpe, sotto le specie del pane e del vino, sotto le quali si acchiude l'incarnata divinità (se immagine umana può adombrare il mistero) come l'idea nella parola.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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