Non può variare, questa non può insegnare ora il sì ora il no. Deve dunque esser una, perpetua, universale, infallibile: tal la vuole la coscienza umana; a tali caratteri la riconosce, appena le si mostri. E la coscienza e la storia ci attestano che un'autorità divina è manifestamente necessaria all'uomo e al mondo.»
Or la ricerca de' testi, il paragone de' sistemi non sono possibili alla generalità: eppure l'uomo ha bisogno di tal certezza. Fuori del cattolicismo, nessuna Chiesa pretende all'infallibilità nè all'universalità.
Quei che raccomandano la Bibbia, la sola Bibbia, suppongono l'infallibilità di tutti; il che è un evidente assurdo: i Protestanti stessi nol credono: tant'è vero, che predicano. Per la missione che il cristianesimo aveva di rintegrare l'unità religiosa e morale nel mondo, bisognava l'autorità, mentre la ragione individuale è fonte e materia eterna di scissura. Se al primo momento avesse potuto ognuno interpretare a sua voglia le Scritture, e applicare i precetti evangelici, ognuno avrebbe avuto un sistema proprio; non potea proferire «Questo è l'errore», nè come san Paolo dire «Un solo Cristo, un solo battesimo, una sola fede». Sin dall'origine sant'Ignazio raccomanda: «Siate soggetti all'autorità stabilita da Cristo. Rimanete uniti a Dio, a Gesù Cristo, ai vescovi, ai precetti degli apostoli»12. E san Clemente ai Corintj: «Cristo è venuto a stabilir la comunione de' cuori come degli spiriti: in conseguenza bisogna l'unità. Ma l'unità, l'ordine, l'armonia richiedono una sommessione assoluta alle leggi divine: e senza umiltà non v'è sommessione.
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