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      Eppure i raggi dalla stalla di Betlem e dalle catacombe di Roma si diffondeano per tutta la terra, e cominciava quella concatenazione di atti stupendi, ove incontra il miracolo chi studia puramente la storia.
      Paolo, da persecutore de' Cristiani divenutone l'apostolo, diffuse il vangelo tra le genti colla parola e con epistole, ove discute le idee degli Ebrei che pretendeano miracoli, e dei Gentili che pretendeano il legame logico delle idee. Uomo della ragione, argomenta ed estende ai varj membri le verità universali; mentre san Pietro, anche quando scrive, è l'uomo dell'autorità che proclama il dovere e la sommissione. Ma «non sia chi s'intitoli di Pietro o di Paolo, ma solo di Cristo»; intima Paolo: «Solleciti di conservare l'unità dello spirito mediante il vincolo della pace; un solo corpo, un solo spirito, una sola speranza, un solo signore, una sola fede, un solo Dio padre di tutti e per tutte le cose»17.
      Intanto san Matteo avea scritto pel primo la storia di Cristo, la più abbondante di fatti, come palestino ch'egli era e testimonio diretto. Marco, discepolo di Pietro, la espose in greco qual l'aveva udita, e così Luca antiocheno, più colto e dignitoso, che appare anche autore degli Atti degli Apostoli, narrazione sublime per semplicità.
      Giovanni ebreo, che ebbe parte nelle scene della redenzione, e poi fu vescovo e martire, vedendo diffondersi molti errori sulla natura divina del Redentore, scrisse ultimo il suo vangelo, men curandosi di ripetere i fatti già prodotti dagli altri, che di combattere le dottrine gnostiche.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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