In conseguenza non presentasi come attuamento d'alcuna teorica particolare, non s'appoggia a veruna scuola, nè cerca alcuna alleanza: oppone francamente la follia della croce alle osservanze ebraiche come alla bellezza greca e alla legalità romana, talchè subito è considerato come una empietà, una ignoranza, una ribellione, la negazione di Dio, della scienza, della legge, il nemico del genere umano20.
L'opera del Cristianesimo era di preparare un nuovo mondo, assodandone la base, cioè la fede: fede superiore a qualunque ostacolo. Pertanto il primo secolo dovette essere più pratico che speculativo, più d'azione che di parola: la dottrina era perpetuata da una tradizione orale e viva; era concentrata in alcune parole gravi e semplici. La fede provavasi colla testimonianza di quelli che aveano udito e veduto l'Uomo Dio: le disparità che nascessero restavano appianate dal detto d'un discepolo; la gran giustificazione consisteva nel rinovellarsi del mondo, e la dichiarazione di fede nell'escludere dalla comunione d'una Chiesa chi credesse altrimenti, cioè chi alla verità generale surrogasse una restrizione di particolar suo giudizio.
E poichè quaggiù il bene e il male sono in perpetua lotta, il cristianesimo dovè combattere, prima col martirio, dappoi colla ragione, l'erudizione, l'eloquenza. E qui s'apre lo spettacolo della controversia, dove gli apologisti che erano stati filosofi, cominciarono quel conflitto dell'errore colla verità, che finirà solo coi secoli; dove il cristianesimo, combattendo gli Ebrei e i Gentili, parla alla ragione e all'intelletto; l'esegesi biblica è creata; una scuola cristiana fondasi accanto alle altre dell'êra alessandrina.
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