Ed è notevole come, nel valutare il lavoro spontaneo della ragione e i soccorsi della tradizione, i Padri concordino con ciò che poco fa22 proclamò la più venerata autorità, cioè che fra la ragione e la fede non può darsi antagonismo, perchè entrambi emanano dalla fonte stessa; che la ragione può provar l'esistenza di Dio, la spiritualità dell'anima, la libertà dell'uomo; che l'uso della ragione precede la fede e a questa conduce: che della ragione non sono colpa gli errori in cui cadde la scienza superba.
Cristo disse agli apostoli: «Io dispongo per voi del regno, come il Padre ne dispose per me, in modo che mangiate e beviate alla mia mensa nel regno mio e sediate in trono a giudicare delle dodici tribù d'Israele». E a Pietro: «Simone, Simone, ecco Satana vi cercò per vagliarvi come il grano. Ma io pregai per te acciocchè la fede tua non venga meno; e tu rivolto conferma i fratelli tuoi23».
Qui evidentemente Cristo lasciava a' suoi apostoli il sacerdozio come privilegio particolare; e dava a Pietro lo special dovere di assodare i fratelli nella fede. Non è dunque il sacerdozio accomunato a tutti i fedeli. Negli Atti degli apostoli, per l'elezione de' primi diaconi è consultato il popolo, ma il ministero è conferito dagli apostoli. Sorge contestazione sulla necessità o no de' riti giudaici? si fa appello agli apostoli e agli anziani. Nel concilio di Gerusalemme gli apostoli e i seniori non consultano tutti i fedeli sull'astinenza dalle carni immolate e dalla fornicazione; san Paolo ingiungeva il da farsi, e scrive ai Tessalonici: «Vi supplichiamo di riconoscere le cure di quei che vegliano sopra di voi, e vi governano secondo il Signore».
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