Aggiungono che i sacerdoti non possono avere autorità indipendente da quella del principe: sta ad essi la decisione della fede, ma la pubblicità di questa e del ministero dee dipendere dai governi; nè i sudditi possono essere legati che per podestà dell'imperante.
Certo queste teoriche non le deducono dal vangelo, dove non appare mai che Cristo domandasse dal principe licenza di predicar la redenzione; e i primi apostoli annunziarono la verità a dispetto dello Stato, tanto che legalmente furono uccisi.
Siffatto governo della Chiesa parrebbe dispotico, giacchè estendesi sulle coscienze, impone quel che s'ha a credere, e proscrive il dissenso. Sì: appunto come la stella polare inceppa l'azione del nocchiero, additandogli il nord, e impedendogli di errare. E la infallibilità deriva da un principio superiore all'uomo, di modo che la ragione vi si acqueta. Tutto poi fa in pubblico, per lettere, dibattimenti, assemblee diocesane, provinciali, nazionali, universali, nulla determinando se non dopo deliberazione comune. L'obbedienza dunque nasce dalla persuasione; e solo a Dio, vero e primo sovrano, ed al Cristo suo si sottomettono il pensiero e la coscienza; i principi cessano d'aver diritto su questa, e si limitano a tutelarla, e a provvedere che la giustizia sia rettamente distribuita.
V'è chi nega obbedire, persiste nel peccato, scandalizza i fratelli? la pena più severa sarà l'escluderlo dalla comunione della Chiesa, talchè non partecipi alle preghiere e al convito de' buoni.
Uomini di nessun credito, di mediocre scienza, sprovisti di ricchezze e di spade, fra un mondo ripieno di «opere della carne, dimenticanza di Dio, incostanza di matrimonj, avvelenamenti, sangue e omicidj, furti e inganni, orgie, sacrificj tenebrosi, persone uccise per gelosia, o contaminate coll'adulterio, tutte le cose confuse, e una gran guerra d'ignoranza che la follia degli uomini chiama pace»24, deploravano la perversità del secolo, senza per questo staccarsene ed abborrirlo, come Cristo sedeva alla mensa de' banchieri; e vi opponevano la voce, l'esempio, il martirio, colle aspirazioni della vita interiore, colle virili gioje dell'astinenza e del sacrifizio, colla fratellanza della preghiera e delle opere, «coi frutti dello spirito, che sono carità, gioja, pace, pazienza, bontà, longanimità, dolcezza, fede, modestia, temperanza, castità»25. Così la luce propagavasi con miracolosa rapidità, di mezzo alla sfrenata potenza di quell'idolo senza viscere, che si chiama lo Stato, alla febbre de' progressi materiali, all'orgoglio degli Stoici, alla grossolanità de' Cinici, alla depravazione degli Epicurei, allo scetticismo degli Accademici, alle raffinate voluttà, allo spietato egoismo, all'indifferenza d'una religione ove si appajano la superstizione e l'incredulità, all'inebriamento della forza e della scienza, ai savj ed ai gaudenti che, sdrajati in orgogliosa noncuranza, limitavansi a domandare «Che c'è di nuovo?
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