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      I martiri rigenerarono il mondo per via dell'amore, quando la persecuzione spingerebbe a sovvertirlo coll'ira; attestano la propria vita col ricever la morte senza darla, e procedere al supplizio colla croce in mano, e sul labbro la confessione del vero.
      La Chiesa, non avendo regno in questo mondo, avvicinava più sempre gli uomini al regno di Dio, il quale consiste nell'unità di credenze e d'affetto. Quel governo spirituale, diritto di Dio introdotto fra gli uomini, non metteasi in urto col temporale, anzi avea precetto d'attribuire a Cesare quel ch'è di Cesare, serbando a Dio quel ch'è di Dio. Ma a fronte del Cesare, adorato e trucidato a vicenda, ergeva dottrine che innovavano la società, surrogando alla violenza il consiglio, al castigo affliggente la penitenza emendatrice, insomma allo Stato la Chiesa, al dominio d'uno o di pochi sopra moltitudini asservite, l'eguaglianza di tutti davanti alla legge morale, che trae forza unicamente dall'infallibilità di chi l'impone.
      Da poco più d'un secolo era morto il discepolo prediletto, quando il suffragio unanime della Chiesa portava a capo della cristianità uno schiavo, che avea fatto girar la macina d'un molino, e che divenne uno de' papi più insigni col nome di san Calisto. Qual rivoluzione! Tutto il mondo era diviso, stando la potenza, la ricchezza, la libertà da un lato, dall'altro la schiavitù, l'oppressione, la miseria; sol nella famiglia cristiana tutte le classi e le posizioni s'avvicinano; essa possiede la più alta autorità morale che mai comparisse sulla terra, e la confida a uno schiavo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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