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      L'eresia ritiene sempre la propria indole col non cessar d'innovare, e il progresso è simile all'origine; ciò che fu permesso a Valentino, lo è pure ai Valentiniani; i Marcioniti hanno la stessa facoltà che Marcione, nè agli autori d'un'eresia compete maggiore diritto d'innovare che ai loro seguaci; tutto cangia in esse, e quando se ne cerca il fondo si trovano nel loro seguito differire in molti punti da quel ch'erano alla loro nascita41.
      Origene, volendo acconciare il platonismo col cristianesimo, indagava nelle storie evangeliche un triplice senso: mistico, storico, morale: in modo che una narrazione biblica poteva esser non vera letteralmente; teoria di alcuni recenti esegeti tedeschi. Combattè molte eresie, ma v'inciampò egli stesso o ne gettò i germi, forse solo perchè mancavagli quella precisione del linguaggio, che derivò da distinzioni raffinate nei dibattimenti.
      Perocchè, nel silenzio e nell'isolamento cui li costringeva la persecuzione, molti aveano concepito e insegnato in buona fede idee, che poi si scopersero erronee allorchè la Chiesa parlò alto e d'accordo. Ma questa non aveva definito molti punti; sicchè v'ebbe erranti fra' più grandi maestri, quali Tertulliano, Eusebio da Cesarea e questo Origene; o fra austeri monaci, e fin tra martiri. Talvolta anche il proposito di sfuggir un errore traeva nell'opposto; perchè Origene sottilizzava i corpi fino a spiritualizzarli, Audio ed Epifane abbassavano la divinità sino alla figura umana; poi restavano le traccie del paganesimo nell'insegnamento e nei costumi: poi intromettevansi gl'imperatori, volendo coi decreti modificare la più libera delle facoltà, la coscienza.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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