I Pagani, incapaci di discernere la linea sottilissima che il vero disgiunge dal falso, voltavano in beffa quell'ostinarsi sopra inezie cavillose e in quistioni di parole, e dichiararono semenzajo di garruli litigi questa religione, che vantava d'essere una di fede, di spirito, di culto. Ma erano ben altro che di parole le quistioni che doveano assicurar le nozioni sull'essenza di Dio, contro il misto di idee platoniche e cabalistiche colle evangeliche, insinuato da falsi dottori.
Adunque, dopo che i martiri ebbero mostrata la forza e la virtù, vennero i Padri a sostenere la purezza e l'unità della fede, combattendo l'orgoglio dell'intelletto e l'indocilità del cuore. San Girolamo scriveva: «Restate nella Chiesa fondata dagli apostoli e sempre sussistente. Se udite alcuni designati con altro nome che quel di Gesù Cristo, sappiate che non sono la Chiesa di Cristo: e l'essere istituiti posteriormente convince che son di quelli, di cui l'Apostolo predisse la venuta. Nè vi lusinghi il sembrare che s'appoggino alle Scritture: anche il demonio disse cose conformi alla Scrittura, nè basta leggere questa, ma vuolsi intenderla. Che se non ci atteniamo che alla lettera, possiam noi pure formare un dogma nuovo, e pretendere d'escluder dalla Chiesa coloro che vanno calzati e che hanno due tuniche»42. San Cipriano, che contribuì forse più che altri de' primitivi Padri a separare i due ordini di fede e di esame, di rivelazione e di concetto, la cui mescolanza produce o la schiavitù o il traviamento dell'intelletto, mentre la distinzione schiude le barriere dell'infinito, traendolo dal simbolo nella realtà; dopo avere nella Vanità dell'idolatria combattuto il vecchio culto, nella Unità della Chiesa dissipava gli scismi, stabilendo l'unità della fede nell'unità della cattedra romana.
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