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      Non s'accorgeano che, se l'autor del cristianesimo non è dio, eguale e consustanziale coll'autor dell'universo, l'adorarlo è idolatria; più non esiste il mediatore divino che colmi l'abisso fra l'uom peccatore e Dio: e in conseguenza può ingannarsi quell'autorità suprema, sulla cui unità e infallibilità fondasi il cristianesimo.
      Da questo intaccare la persona di Cristo, cioè i fondamenti della fede, il mondo fu commosso, e l'imperatore Costantino convocò un concilio universale, nel quale la Chiesa, rappresentante dell'umanità divinamente rintegrata nell'unità, si mostrasse una, riconoscesse qual era il comune consenso, e definisse che cosa credere sopra la natura del Verbo.
      Era la prima volta che tutti i popoli conosciuti, diversi di leggi, d'usi, di civiltà, uniti in una fede, eppure indipendenti, inviassero deputati popolari a trattar del come credere, come adorare, come operare; e dove si proclamasse un simbolo d'unità universale. Trecendiciotto vescovi raccolti a Nicea (an. 325), dopo lungo contendere cogli avversarj, condannarono Ario, e compilarono il simbolo che precisasse la vera fede.
      Ario non si diè vinto, e con sottigliezze argutissime e variate sedusse altri vescovi, e gl'imperatori. La tenue differenza tra ???????? e ????????? sfuggiva ai nostri, più positivi de' Greci, e meno eruditi e arguti nelle distinzioni; un simbolo in senso ariano fu sottoscritto da quattrocento vescovi (an. 358), e lo stesso papa Liberio, o ingannato o fiaccato dalla prigionia, parve aderirvi, comunicando con alcuni con cui non comunicava Atanasio, ma appena fattone accorto si ritrattò. Bandi imperiali e carceri intervennero contro la parola consustanziale, e pretendeasi impor la fede co' soldati, «cattivi apostoli della verità, la quale non conosce altr'arme che la persuasione», come diceva sant'Atanasio, campione dei Cattolici in quel diuturno conflitto.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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