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      Che anzi il suddetto concilio di Calcedonia assolse Iba e Teodoreto dacchè ebbero detto anatema contro Nestorio. Ora gli Eutichiani, per prendere una rivincita contro esso concilio che aveali condannati, misero in campo la causa di questi tre capitoli, e l'imperatore Giustiniano, lasciatosi persuadere che colla disapprovazione di que' tre punti avrebbe ridotto all'unità i nemici del concilio calcedonese, convocò un altro concilio ecumenico a Costantinopoli, e ve li fece condannare (542). I nostri non sapeano molto di greco, nè aveano letto Teodoro e Iba; sapevano solo che non erano stati condannati dal concilio di Calcedonia, del quale s'infirmerebbe l'autorità col riprovarli per secondare una prepotenza dell'imperatore. Incalzato dal quale, papa Vigilio li condannò, salva l'autorità del concilio di Calcedonia, e purchè non se ne discutesse in iscritto nè a voce. Questo partito era in se stesso ragionevole, perchè da un lato que' capitoli erano riprovevoli, dall'altro era rea l'intenzione di coloro che ne promoveano la condanna per iscreditare il concilio di Calcedonia; pure sulle prime disgustò tutti: i Cattolici per la condanna, i nemici dei capitoli per la riserva; e dal papa si segregarono (553) i vescovi dell'Istria, della Venezia, della Liguria, prendendosi a capo Paolino patriarca d'Aquileja, che in un sinodo provinciale (556) ripudiò il concilio di Costantinopoli come contrario a quello di Calcedonia, già ricevuto come ecumenico: onde comprometteasi l'infallibilità della Chiesa.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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