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      Da principio i nostri sono scusabili: parendo s'intaccasse l'infallibilità de' primi concilj coll'aggiungervi o togliervi, personaggi di virtù e dottrina grandissima rifiutarono il quinto, e fra altri il celebre Cassiodoro, segretario di re Teodorico, e i vescovi santi Onorato da Milano, Massimiano di Ravenna; i papi stessi blandamente procedettero col patriarca e coi vescovi, discutendo con ardore le ragioni del loro operare. Ogni scusa cessa quando si separano dalla Chiesa universale, e condannano i propugnatori dell'opinione opposta45. Fatto è che questo sciagurato scisma durò fino al 698, quando un
      altro sinodo d'Aquileja accettò il concilio costantinopolitano, e ripristinò queste chiese nell'unità.
      Però tutte le eresie, o concernessero Cristo, o la potenza divina, o la libertà umana, o la costituzione ecclesiastica, aveano faccie diverse, ma le code legate insieme46, secondo una frase ripetuta dai papi, giacchè riduceansi a sottomettere la fede al raziocinio, la universale credenza a particolari opinioni. Gregorio Magno, che vide terminato lo scisma dei tre capitoli, e che vietava d'affliggere verun cattolico sotto pretesto d'eresia, nè di usar violenza a scismatici, diede forma definitiva alla Messa, all'Offizio e a tutta la liturgia; e al canto impresse quel carattere solenne, al quale pur si ritorna dopo i traviamenti della moda e le frivolezze profane. Il popolo, che più volte egli avea nutrito col tesoro della Chiesa, dopo morto lo oltraggiò come prodigo, e volea distruggerne gli scritti: poi lo venerò come santo; consuete alternative; e fu messo quarto dottore della Chiesa con Ambrogio, Agostino, Girolamo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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