Ridotti usufrutto secolare anche i benefizj ecclesiastici, restava solo che il clero ai tanti vantaggi aggiungesse quello di trasmetterli ereditariamente. A ciò tendeva l'eresia de' Nicolaiti, che fondandosi su condiscendenze antiche, più o meno accertate, domandavano il matrimonio dei preti. Così nella Chiesa introducendo le dignità ereditarie, assurdità ch'essa avea sempre rejetta, sarebbero divenuti retaggio domestico i beni ch'eranle attribuiti qual patrimonio universale de' poveretti.
Se mai fu momento in cui potesse dubitarsi della promessa di Cristo sull'eterna conservazione della sua Chiesa fu allora; tanto pareva spento lo spirito di santità e carità. Pure non mancarono i rimedj ad essa consueti; decreti di morale e di disciplina per parte de' concilj, riforma degli Ordini monastici antichi e introduzione di nuovi, come furono quelli de' Camaldolesi, de' Cluniacesi e de' Certosini, donde uscirono modelli di meravigliosa santità e carità, quali san Pier Damiani, san Giovan Gualberto, il beato Andrea da Vallombrosa, san Romoaldo, san Nilo, e ben presto Gregorio VII.
Questi era Ildebrando, di Soana nel Sanese, di profonda erudizione, di costume integerrimo, di cuor retto e ponderato giudizio nell'ideare, di ferma prudenza nell'eseguire. Per tali meriti salito ad alte dignità ecclesiastiche, e stomacato dell'universal corruttela, si propose di correggere il mondo, correggendo la Chiesa che n'è il capo. Sinchè vendevansi le sedi pastorali, sinchè le dignità vi si ottenevano per moneta e brighe, sinchè il libertinaggio facea propendere ai principi venditori più che ai pontefici emendatori, potea sperarsi che i vescovi recuperassero l'indipendenza d'autorità, della quale avean fatto gitto per acquistare indipendenza di costumi?
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