In tale pellegrinaggio aveva attinto nuovo fervore il cavaliere Erlembaldo, che si pose alla testa de' Patarini, e sembrandogli che i Nicolaiti avessero fatto sommessione unicamente per ipocrisia, tolse a incalzarli (1066). Benedetto da Anselmo di Baggio, ch'era divenuto papa, strappava dagli altari i preti ammogliati, faceva popolo per respingere i nobili, che colle armi proteggevano i prelati loro parenti. Questi fanno trucidare Arialdo; e invocano l'imperatore, che intrude un altro arcivescovo; Erlembaldo repulsa gli attacchi fin col saccheggio e coll'incendio, ed eretto in Milano un altro governo, confisca i beni de' preti concubinarj, e domina, malgrado le armi e le beffe avversarie, sinchè dai nobili è ucciso, e dal popolo onorato come martire (1075); culto riconosciuto dalla Chiesa57.
Il messo dell'imperatore lodò l'assassinio, proscrisse i Patarini, elesse nuovo arcivescovo; ma il popolo non sapea darsi pace che i beni della Chiesa e le limosine andassero a pro de' ricchi e delle famiglie de' preti, e prevalse, e volle osservato il decreto del papa che imponeva il celibato. Così sciolti dai legami di famiglia, i sacerdoti restarono una milizia dedicata interamente al servizio della Chiesa e al vantaggio del popolo.
Torino apparteneva allora alla provincia ecclesiastica di Milano, e a Cuniberto vescovo di quella città, san Pier Damiani diresse una lettera in otto capitoli Contra clericos intemperantes, ove lo rimprovera d'aver mostrato troppa connivenza verso i preti che tenevansi donne a modo di mogli: del che tanto più si meraviglia, perchè sa che è austero ne' proprj costumi, mentre chiude gli occhi sugli altrui; e perchè i suoi preti sono del rimanente onesti e dati agli studj, e quando andarono a lui pareano un coro di angeli luminosi58.
| |
Erlembaldo Patarini Nicolaiti Anselmo Baggio Arialdo Erlembaldo Milano Chiesa Patarini Chiesa Chiesa Milano Cuniberto Pier Damiani Contra Benedetto
|