Con costoro ebbe capiglie Innocenzo II (1130), che costretto andar fuggiasco in Germania, in Francia, in Inghilterra, ebbe sostegno l'eloquenza di san Bernardo, fondatore dell'ordine de' Cistercensi. Dall'imperator Lotario ricondotto a Roma, il papa doveva tenersi munito in Laterano, mentre l'antipapa Anacleto fortificavasi in Vaticano (1133). Ma ben presto i Normanni che, colla solita facilità, aveano acquistato le due Sicilie, fecero di queste omaggio al papa, chiedendogliene l'investitura; poi radunato in Laterano l'xi concilio ecumenico, ai 2000 prelati raccolti il papa diceva: «Sapete che Roma è metropoli del mondo; che le dignità ecclesiastiche si ricevono per concessione del sommo pontefice siccome feudo; nè altrimenti possono legittimamente possedersi».
Malgrado l'opposizione di san Bernardo, Arnaldo riuscì a ribellare la città (1141), che gridò la repubblica, e pose un senato di 56 membri, decretando in nome di questo e del popolo. E un amico di Arnaldo fu scelto per nuovo papa col nome di Celestino II, ma questi cessò ben presto dal favorirlo; ed anche il popolo recosselo in sinistro, dimodochè dovette fuggire, e ricoverarsi a Zurigo. Quivi anticipate le declamazioni di Zuinglio contro la Chiesa, passò in Francia e in Germania, sempre inseguito dall'occhio e dalla voce di san Bernardo.
Coi sussidj, che mai non mancano a chi guerreggia la Chiesa, soldò 2000 Svizzeri, e con questa forza venale tornato a Roma, ripristinò la magistratura repubblicana; e invasato da reminiscenze di libri, rinnovò i consoli e i tribuni; ideava un ordine equestre, che fosse medio fra il popolare e il senatorio; al papa non lasciava che i giudizj ecclesiastici, mentre l'autorità imperiale supremava.
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