E questi, davanti a tre legati pontifizj prestò questo giuramento (1201):
«Io Ottone, per la grazia di Dio, prometto e giuro proteggere con ogni mia forza e di buona fede il signor papa Innocenzo, i suoi successori e la Chiesa romana in tutti i dominj loro, feudi, diritti, quali sono definiti dagli atti di molti imperatori, da Lodovico Pio sino a noi; non turbarli in quel che già hanno acquistato; ajutarli in quel che lor resta ad acquistare, se il papa me lo ordini quando sarò chiamato alla sedia apostolica per la corona. Inoltre presterò il braccio alla Chiesa romana per difendere il regno di Sicilia, mostrando al signore papa Innocenzo obbedienza e onore, come costumarono i pii imperatori cattolici fino a quest'oggi. Quanto all'assicurare i diritti e le consuetudini del popolo romano, e delle leghe Lombarda e Toscana, m'atterrò ai consigli e alle intenzioni della santa Sede, e così in ciò che concerne la pace col re di Francia. Se la Chiesa romana venisse in guerra per cagion mia, le somministrerò denaro secondo i miei mezzi. Il presente giuramento sarà rinnovato a voce e in iscritto quando otterrò la corona imperiale».
Ai Tedeschi spiacque siffatta sommessione; altrettanto sarebbe dovuta gradire agli Italiani, de' quali assicurava l'indipendenza come della Chiesa; ma ben presto Ottone, venuto qua co' suoi Tedeschi, disgustò i nostri e il papa, che lo scomunicò, e gli eresse incontro Federico II, nipote del Barbarossa. Questo allievo e favorito dei papi, ben presto divenne il più dichiarato loro avversario, e ravvivò la lotta delle investiture, colle vicende che in altri lavori noi divisammo più che non occorra in questo speciale.
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