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      Di presenza reale o transustanziazione, non parola.
      Al confessore non rendevano minuto conto della loro coscienza, ma uno recitava a nome di tutti la formola: «Confessiamo innanzi a Dio ed a voi, che molto peccammo in opere, in parole, colla vista, col pensiero, ecc.». In casi più solenni il peccatore, presentandosi al cospetto di molti col vangelo sul petto, proferiva: «Eccomi avanti a Dio ed a voi, per confessarmi e chiamarmi in colpa de' peccati che ho fin ora commessi, e ricevere da voi la perdonanza». Era assolto col posargli il vangelo sopra il capo. Se un credente ricadesse, doveva confessarsene, e ricevere di nuovo l'imposizione delle mani in privato. I peccati leggeri confessavansi ogni mese, e si espiavano con astinenze.
      Quest'imposizione, o consolamento, o battesimo di Spirito Santo, vero punto cardinale delle credenze e del culto loro, era necessario per rimettere il peccato mortale, e comunicare lo spirito consolatore; e fu per opporsi al consolamento de' Patarini che il concilio Lateranese IV ingiunse ai Cattolici di confessarsi almeno una volta l'anno.
      I semplici credenti poteano menar tutta la vita senza astinenze o mortificazioni, e in piena licenza di costumi, nessun altro dovere religioso tenendo fuorchè il contribuire al mantenimento de' Consolati, riservandosi poi a cancellare ogni colpa in punto di morte col ricevere il consolamento. Perocchè, se uno dei perfetti imponga le mani a un moribondo, e proferisca l'orazione dominicale, quello va sicuro a salvazione.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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