» Questo afferma, s'inginocchia, e pronuncia il Benedicite; al che il ministro ripete tre volte «Dio ti benedica», ad ogni volta più discostandosi dall'iniziato. Il quale soggiunge: «Pregate Iddio mi faccia buon cristiano»; e il ministro replica: «Sia pregato Iddio a farti buon cristiano».
L'interroga poi: «Ti rendi a Dio ed al vangelo?» - Sì.
«Prometti non mangiar carne, ova, formaggio, nè d'altra cosa se non d'acqua o di legno? (cioè pesci e frutte)» - Sì.
«Non mentirai? non giurerai? non ammazzerai, neppure vitelli? non farai libidini nel tuo corpo? non andrai scompagnato quando puoi avere compagna? non mangerai da solo potendo aver commensali? non ti coricherai senza brache e camicia? non lascerai la fede per timore di fuoco, d'acqua o d'altro supplizio?»
Risposto che avesse il neofito secondo ciascuna domanda, l'universa assemblea mettevasi ginocchione; il sacerdote posava sopra il novizio il volume dei vangeli, e leggeva l'inizio di quello di san Giovanni, poi lo baciava tre volte: così facevano tutti gli altri, che egualmente si davano l'uno all'altro la pace: indi veniva messo al collo dell'iniziato un fil di lana e di lino, ch'egli non doveva levarsi giammai89.
Qui non v'è ombra delle sistematiche ribalderie, che trovansi in alcune professioni di fede, esibiteci da' loro antagonisti, secondo le quali gl'iniziati rinunziavano, non solo a tutte le sane credenze della religione, ma ad ogni costume, pudore, virtù. San Bernardo, implacabile indagatore di loro colpe, dice: «Non v'era cosa in apparenza più cristiana che i loro discorsi, nè più lontana da ogni taccia che i costumi loro». Il domenicano Sandrini, che potè a sua posta indagare gli archivj del Sant'Uffizio in Toscana, scrive: «Per quanto io abbia cercato ne' processi eretti da' nostri frati, non ho trovato che gli eretici Consolati in Toscana passassero ad atti enormi, e che si commettesse mai da loro, massime tra uomini e donne, eccesso di senso; onde, se i frati non si tacquero per modestia, il che non mi par credibile in uomini che abbadavano a tutto, i loro errori erano, più che di sensualità, d'intelletto».
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